Il grande sogno green di mettere in pensione carta stampata e motori termici, ritenuti anti ecologici, per sostituirli con soluzioni elettroniche, inizia a mostrare crepe evidenti.

Computer, auto elettriche, smartphone, server, traffico e-mail, uso dei social media, cloud e altre tecnologie digitali si rivelano tutt’altro che sostenibili: consumano terre rare per la produzione, richiedono ingenti quantità di energia – spesso non rinnovabile – per funzionare e necessitano di grandi volumi d’acqua per raffreddare i server.


Dubbi ecologici e danni cognitivi

Le criticità della digitalizzazione non sono solo di natura ecologica ed energetica. Recenti studi americani evidenziano preoccupanti rischi cognitivi per i giovani che utilizzano in modo eccessivo i social media (come TikTok). È stato osservato un calo della capacità di concentrazione continuativa, ridotta a soli 5-10 minuti consecutivi. Questo fenomeno complica l’apprendimento scolastico e solleva interrogativi sul futuro delle nuove generazioni.

In risposta, l’Australia ha vietato l’uso dei social media ai minori di 16 anni, con l’obiettivo di proteggere lo sviluppo cognitivo dei giovani.


Un mondo troppo digitalizzato?

Anche in Europa, la digitalizzazione estrema ha conseguenze rilevanti. Lo smantellamento di servizi tradizionali, come il sistema postale un tempo modello di efficienza e affidabilità, e la sostituzione di sportelli pubblici e privati con piattaforme fai-da-te, creano enormi difficoltà per chi non è digitalizzato. Questo fenomeno ha portato a licenziamenti massicci e a una diminuzione del supporto diretto ai cittadini.

Uno studio americano è atteso per indagare le implicazioni sociali di una digitalizzazione eccessiva, come esclusione sociale, disoccupazione e isolamento.


Controtendenze: ritorno alla terra

Alcuni giovani stanno rispondendo a queste sfide riscoprendo l’agricoltura e la pastorizia, in progetti di nicchia o su scala più ampia. Queste attività non solo contribuiscono alla salvaguardia del paesaggio rurale, ma sostengono anche il turismo e l’economia locale. Tuttavia, la sopravvivenza di questi progetti dipende dal supporto di Confederazione e assicurazioni, che devono garantire premi sostenibili e incentivi per aiutare i giovani imprenditori.


Il problema dei lupi

La gestione dell’aumento dei lupi liberi rappresenta un’ulteriore sfida per l’agricoltura. Le soluzioni possono essere la creazione di parchi chiusi, come il Tierpark di Arth-Goldau, o abbattimenti selettivi. I lupi, infatti, non hanno predatori naturali e il loro numero tende a crescere senza controllo, causando difficoltà agli allevatori.

Sia a Bruxelles che a Berna, di recente, è stata presa la decisione di limitare la protezione del lupo per motivi pragmatici legati alla salvaguardia della pastorizia di montagna


Filippo Caratti

Il Noce