La giustizia ticinese torna sotto i riflettori, e non certo per meriti. Dopo i recenti scandali che hanno coinvolto il Tribunale penale cantonale – ormai sulla bocca di tutti e impossibili da ignorare – spicca oggi sulle pagine de LaRegione un incisivo articolo di Gerardo Rigozzi, già membro del Consiglio della magistratura. Dal titolo emblematico, “Certi silenzi delle istituzioni”, il pezzo mette in discussione il funzionamento delle nostre istituzioni giudiziarie, accendendo una luce critica su un sistema che fatica a garantire equità e trasparenza.

Lascio ai lettori il piacere di approfondire direttamente l’articolo di Rigozzi, ma non posso non soffermarmi su una citazione ripresa dall’autore, tanto perentoria quanto inquietante. Era il 6 aprile 2024 quando l’avvocato ed ex procuratore pubblico Emanuele Stauffer pronunciò parole che oggi suonano più che mai attuali: “La giustizia, da noi, è un terno al lotto (…) dipende da chi gestisce i procedimenti penali”.

Un’affermazione che risuona come un’accusa grave e che non fa che alimentare il dubbio su un sistema giudiziario sempre più percepito come arbitrario, dove la certezza del diritto sembra vacillare davanti a dinamiche opache e soggettive.

Rigozzi, con la sua analisi lucida e pungente, invita a riflettere su queste derive. È davvero accettabile che la giustizia, pilastro fondamentale della nostra società, sia percepita come un gioco d’azzardo?

Il dibattito è aperto. E il silenzio delle istituzioni, come suggerisce il titolo, non è più tollerabile.

Dr. Orlando Del Don
Il Noce